Il Massacro del Circeo. Una Notte di Violenza e Morte

Il 29 settembre 1975, una notte buia e silenziosa avvolgeva Roma, quando tre giovani studenti, Andrea Ghira, Angelo Izzo e Gianni Guido, rapirono due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Quel tragico episodio sarebbe stato ricordato come uno dei crimini più efferati della storia italiana.

Le due giovani, con la promessa di una festa, furono condotte in una villa isolata a San Felice Circeo, località di mare vicino a Latina. Lì, furono sottoposte a violenze indicibili per ore. Rosaria Lopez perse la vita dopo essere stata torturata e annegata nella vasca da bagno. Donatella Colasanti, invece, sopravvisse fingendosi morta e nascondendosi nel bagagliaio dell’auto dei suoi aguzzini.

Il massacro del Circeo scosse profondamente l’opinione pubblica italiana, divenendo un simbolo della violenza di genere e della brutalità nascosta dietro la facciata rispettabile di alcune frange della borghesia romana. Questo articolo ripercorre la storia di quella notte terribile e analizza il contesto sociale che permise l’esplosione di una simile ferocia.


Le Origini del Massacro del Circeo

Roma, fine anni ’60, inizio anni ’70. Un’epoca di grandi cambiamenti sociali e politici, caratterizzata da proteste studentesche e fermenti culturali. Tuttavia, in alcuni quartieri della capitale, cresceva un sottobosco giovanile fatto di eccessi, noia e ricerca di emozioni forti.

Nel quartiere Trieste-Salario, Andrea Ghira, Angelo Izzo e Gianni Guido provenivano da famiglie benestanti, inserite in ambienti borghesi e apparentemente rispettabili. Dietro questa facciata, però, si celava un mondo fatto di prevaricazione, aggressioni e violenza sulle donne, spesso considerate come meri oggetti da dominare.

L’ideologia neofascista, mai completamente sopita, continuava a serpeggiare tra i giovani di estrema destra, alimentando atteggiamenti di intolleranza, misoginia e disprezzo verso i più deboli. Andrea Ghira, in particolare, era noto per le sue simpatie politiche estremiste e per il suo atteggiamento violento.

Il contesto culturale italiano, impregnato di maschilismo e disparità di genere, contribuiva indirettamente a creare un clima di tolleranza verso forme di violenza minori, ma il massacro del Circeo superò ogni limite, scioccando profondamente l’intera società.


I Fattori Dietro il Massacro

FattoriDescrizione
Contesto SocialeAnni ’70, cambiamenti politici e fermenti culturali
Quartiere di ProvenienzaTrieste-Salario, borghesia romana
Valori DistortiVirilità, potere, eccessi, noia
IdeologiaInfluenza del neofascismo e intolleranza
CulturaMaschilismo, violenza di genere

Il Massacro e l’Impatto Sociale

La notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 si concluse con la morte di Rosaria Lopez e il salvataggio di Donatella Colasanti, che riuscì a sopravvivere solo grazie al suo coraggio e alla freddezza con cui si finse morta.

Quando la mattina seguente l’auto contenente il corpo di Donatella venne ritrovata, la sua testimonianza scioccò l’Italia. Il caso divenne noto come “Il Massacro del Circeo” e sollevò un’ondata di indignazione collettiva.

Il processo che seguì si concluse con condanne pesanti per Gianni Guido e Angelo Izzo, mentre Andrea Ghira riuscì a fuggire e visse in latitanza per anni. La tragedia portò alla luce l’orrore di una violenza che molti consideravano lontana dalla realtà italiana, contribuendo a dare nuovo slancio al movimento femminista e al dibattito sulla violenza di genere.

Il massacro del Circeo rimane una ferita aperta nella storia italiana, un monito costante sulla necessità di combattere la violenza e l’ingiustizia affinché simili orrori non si ripetano mai più.

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